Su “Verità e Giustizia” la VII Giornata della Buona Stampa Cattolica

 

«Verità e giustizia: la Dottrina Sociale della Chiesa» è stato il tema affrontato quest’anno a Linarolo presso la parrocchia di S. Antonio abate nell’ambito della VII Giornata della Buona Stampa Cattolica.

A far gli onori di casa e ad introdurre i lavori, ha provveduto magistralmente il parroco, mons. Marino Neri, che ha evidenziato come la Dottrina Sociale della Chiesa sia sicuramente, al contempo, «una scienza speculativa e una scienza pratica, prima di tutto perché parte dai principii rivelati, che si innestano evidentemente sulla riflessione della retta ragione in vista di un’applicazione. Non è, quindi, una scienza che vuole soltanto approfondire e conoscere determinati aspetti, bensì è una scienza che desidera incarnarli nel tessuto della società, laddove l’uomo è chiamato a vivere come individuo, come elemento del suo primo nucleo, che è la famiglia, e come interrelazione con altri individui nel contesto più ampio della civitas. Oggi si deve parlare in senso univoco di Dottrina Sociale della Chiesa – ha proseguito –, in quanto essa non è a disposizione di un mutamento sostanziale dei principii, poiché essi, in quanto rivelati, non possono che permanere sempre identici a sé stessi».

Ha fatto seguito l’intervento del prof. Stefano Fontana, direttore dell’Osservatorio internazionale card. Van Thuân, secondo il quale la Dottrina Sociale della Chiesa oggi «è dimenticata e scarsamente applicata, tant’è vero che tantissime problematiche emergenti, che pastoralmente la Chiesa deve affrontare, non tengono conto di questo importante corpus organico, sino a far venir meno addirittura il riferimento al diritto naturale, sempre dichiarato dai Pontefici come una delle due fonti della stessa Dottrina Sociale, assieme alla Rivelazione».

Secondo l’avv. Marco Ferraresi, invece, si sarebbe persa «la consapevolezza, anche in ambito cattolico, del fatto che, quando parliamo di protezione e promozione della vita umana e della vera famiglia, fondata sul matrimonio indissolubile tra uomo e donna, stiamo parlando di principii non negoziabili, che occupano un posto apicale nella gerarchia dei valori della Dottrina Sociale della Chiesa. Questa consapevolezza è viceversa essenziale, perché, anche nella prassi, saremmo chiamati a scambiare questi principii con altri di rango certamente inferiore».

Ha concluso la serie degli interventi quello del noto economista, prof. Ettore Gotti Tedeschi, che ha definito oggi «inapplicabile la Dottrina Sociale della Chiesa, in quanto 1) la nuova neo-Dottrina, centrata sulla realtà, che è l’errore, porta di fatto l’uomo a non essere più centrale; 2) in quanto è fortissima oggi una simulazione del luteranesimo con una separazione tra fede ed opere. In più vi sono tre ragioni di carattere economico: 1) l’economia ha assunto autonomia morale, il che non la rende più un mezzo, bensì un fine e l’uomo diventa così un mezzo per il fine; 2) non essendo l’economia una scienza, bensì solo una tecnica, di fronte alle difficoltà tira fuori le utopie: quella di S. Tommaso Moro sulla proprietà privata, quella di Adamo Smith sulla “mano invisibile”, quella di Malthus sullo stop della crescita della popolazione, quella di Keynes e così via; 3) non c’è più l’imprenditore, che rappresenta l’ordine delle leggi naturali, l’unico in grado di creare l’ordine sociale: non lo possono fare i fondi, che controllano le imprese, spesso troppo grandi, globali e presenti sui mercati». Deve, dunque, farlo il singolo, deve farlo l’imprenditore. Al convegno ha fatto seguito, nel pomeriggio, una partecipata tavola rotonda nel gremito salone della parrocchia di Linarolo. Tra il pubblico, era presente anche una folta delegazione del Gruppo Laico Canossiano «Giuseppina Ghisi» di Cremona.